Al termine del precedente articolo abbiamo imparato a realizzare una registrazione digitale corretta, in cui tutti i suoni rientrano nel range dinamico permesso dai convertitori. Se avete fatto qualche prova di registrazione vi sarete sicuramente accorti che questo range, ovvero la differenza in volume tra il suono più basso e quello più alto registrabili è abbondante. Così tanto abbondante in verità da comportare alcuni inconvenienti nel momento dell’ascolto del materiale registrato.
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La registrazione e il trattamento del suono sono cose complicate. L’evoluzione tecnologica, con l’introduzione del computer come strumento cardine dell’audio engineering, ha certamente reso alla portata di tutti un’attività che era una volta riservata ai pochi che potevano permettersi l’accesso a uno studio di registrazione professionale.
Tuttavia le conoscenze per tirare fuori un buon risultato sono oggi le stesse che erano richieste ai tecnici di uno studio di registrazione degli anni 70 che, cacciavite in mano, cercavano la giusta velocità di rotazione del nastro di un delay.
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